Ispirato alla poesia "Rimorchio" (Pick-up) di Charles Bukowski
Noi siamo quelli che attraversano i fiumi più pericolosi. Quei fiumi che ti trascinano, che
ti tirano giù con la loro corrente e che ti liberano in un posto completamente
diverso, se decidono di liberarti. Noi siamo quelli che sperimentano senza
paura di perdersi, perché sanno che non si perderanno, perché non puoi perderti
se non hai una casa o una destinazione. Noi siamo quelli che hanno assaggiato
droghe, crimine, sesso estremo, siamo quelli che hanno rischiato più di tutti e
che si sono emozionati più di tutti.
Noi siamo quelli che amano le donne che nessuno vuole,
quelle dallo guardo perso nel vuoto, quelle dallo sguardo cattivo, quelle che
celano una dolcezza sconfinata sotto una corazza di ghiaccio. Noi siamo quelli
che vivono le storie d’amore più intense, quelli che per raccontare perché è
finita devono iniziare da anni prima, noi
siamo quelli che amano le donne che nessuno vuole, e spesso le amiamo senza
volerle neanche noi. Siamo quelli che
amano in modo disperato, contorto e autodistruttivo, perché non sappiamo fare
diversamente, perché così ci emozioniamo di più.
Noi siamo quelli che puntano sul cavallo con la fasciatura.
Siamo quelli che amano le scommesse più rischiose, quelle in cui la posta è in
gioco è altissima, quelle che se le perdi dovrai ricominciare da zero, e che se
le vinci farai il salto di qualità. Pur di non stare fermi, pur di non far
intorpidire le nostre emozioni, ci lanciamo in ogni sfida, rischiando la nostra
mente, rischiando la nostra morale, rischiando di cambiare completamente,
perché sia in caso di vittoria che di sconfitta, il cuore batterà forte nel
petto, saremo sopraffatti dall’emozione.
Una volta mi trovai in un bar deserto, fatta eccezione per
me e tre donne, e credo che quello che mi è successo capiterà con tutte le
donne che incontrerò: la migliore si alza dallo sgabello e mi viene vicino,
cercherà di starmi vicino, mentre gli amici mi diranno di tenermela stretta.
Potrebbe essere quella giusta, mi dicono, e so che è vero. Potrebbe essere la
fine della tua ricerca, mi dicono, hai trovato la tua anima gemella, la donna
della tua vita, gli dei ti sorridono, ti proteggono, guarda cosa ti hanno
offerto, mi dicono. Allora rimango seduto e faccio conversazione, come va, cosa
bevi, addirittura le offro un drink, tanto verrò ripagato per tutta la vita,
tanto lei è quella giusta, vivremo in una capanna e ci ciberemo dei frutti
della natura, cresceremo i nostri figli nell’amore e nel rispetto, avremo un
cane, un gatto e un pesce rosso che si vorranno tanto bene, gli uccellini che
ci laveranno i piatti come nei film della Disney, il postino che ci conoscerà
per nome e non si scoperà mia moglie quando sarò fuori casa, mi guarderò
intorno e gli amici mi sorrideranno, mi faranno l’occhiolino, sono così
fortunato, la mia ricerca è giunta alla fine.
In questo momento questo bar è il paradiso, ed è solo l’inizio
del paradiso che sarà la mia vita.
Fuori dal bar, le persone si suicidano per la solitudine,
vivono per strada, le automobili si schiantano, c’è violenza ad ogni angolo,
giovani schiavi della droga, palazzi in fiamme, solitudine, tradimenti,
meschinità, menzogne, peccato, sconosciuti che fanno sesso, menti annebbiate
dagli abusi, dipendenze inevitabili, condizionamenti mediatici, aspettative da
soddisfare, regole sociali non scritte e crudeli oltre l’immaginabile, persone
che oggi camminano fischiettando domani si suicideranno. Fuori è l’inferno.
Fuori, si sta molto meglio.
Fuori, le emozioni scorrono, la vita offre novità,
difficoltà da superare e competenze da ottenere, sfide da affrontare per
diventare più forti, la vita offre storie da vivere e da raccontare, offre instabilità
mentre negli occhi di questa donna vedo un futuro roseo, placido, immobile,
morto. Ho poche parole da esprimere su questa donna, perché con lei sto bene,
sono sereno. Con lei al mio fianco non avrò bisogno di scrivere, perché non
avrò di che scrivere.
A che pensi, mi chiede.
Penso ai fiumi, alle donne e ai cavalli, rispondo io. Penso
a palazzi che bruciano e alla società che collassa, offrendo opportunità di
vita vera. Penso che certe cose non dovremmo chiamarle “avventure di una notte”
perché qualcosa ti rimane dentro per sempre in ogni caso. Penso che amare una
donna è inutile, se ami l’emozione più di lei, perché la ricerca dell’emozione
ti porterà via in ogni caso.
Gli dei ci tengono davvero a sistemarmi bene, anche se dalla
mia bocca esce il più demoralizzante dei discorsi lei non smetterà di essere
affascinata. Anche se le dirò che non posso amarla, o che non mi viene duro,
lei vorrà provarlo sulla sua pelle. Gli dei vogliono che io mi sistemi, vogliono
che io mi fermi, vogliono che la mia coscienza si chiuda qui, che la mia
evoluzione si interrompa qui.
Quella donna, l’ho capito subito, sarebbe stata la fine di
ogni turbamento, di ogni ansia, di ogni infelicità, di ogni cambiamento.
Sarebbe stata la fine delle mie parole. Sarebbe stata un foglio bianco. Se al
mio fianco dorme la donna giusta, non potrò che guardarla e dormire
placidamente per godermi un altro giorno con lei. Se al mio fianco dorme la
donna sbagliata, afferro un foglio e una penna e riverso fiumi di emozioni di
inchiostro. Chiedetemi cosa sono, e vi risponderò, Io sono le mie parole, non
posso essere altro. Questo è ciò che noi siamo. Non possiamo stare fermi, abbiamo
bisogno che la nostra vita sia incasinata, altrimenti le parole smetteranno di
scorrere.
Le ho detto che andavo in bagno, ma in realtà sono uscito in
silenzio dall’uscita posteriore. Ci fanno credere che non abbiamo alcun potere
sull’amore, ci dicono che se ci innamoriamo capita e basta, ma non è vero:
abbiamo una scelta, una sola. Quando lo sentiamo nascere, quel sentimento,
abbiamo la possibilità di stroncarlo. È una scelta che va fatta in poco tempo,
e io lo faccio ogni volta. Quella volta, nel bar, ero sicuro di aver incontrato
l’anima gemella, e sono scappato. Mi sono incamminato per una strada
sconosciuta, fischiettando come i futuri suicidi, in cerca di qualcosa di
peggio.
Perché quella donna era un fiume sicuro da attraversare.
Perché quella donna, qualunque uomo avrebbe potuto amarla.
Perché quella donna era un cavallo in perfetta salute.
Perché queste cose non ci danno abbastanza emozioni,
E solo le emozioni diventano parole.
Rimorchio
I fiumi dove i cani non si tuffano,
noi li attraversiamo.
Le donne che gli altri uomini non vogliono,
noi le amiamo.
Il cavallo con la fasciatura,
noi ci puntiamo sopra.
Mettetemi al bancone con 3 donne:
una, vagamente petulante;
una, sostanzialmente stupida;
e la terza,
uno schianto:
lo schianto si alzerà dallo sgabello
e verrà a sedersi vicino a me.
Gli dei se ne assicurano sempre.
Gli dei mi proteggono.
Mi sistemano
davvero mica male.
"Ciao, bello", mi chiede, "come
va?"
"Che ti bevi", domando.
Mi dici cos'è.
Ne ordino uno per lei e uno per
me.
Fuori, si sta molto meglio: le auto si
scontrano; i palazzi bruciano;
i futuri suicidi
fischiettano tra i denti mentre
camminano verso ovest o est o sud o
nord.
"A che pensi?, mi
chiede.
" Spero che i dodgers perdano, le
dico, poi mi
alzo, vado in bagno, sgattaiolo fuori,
e poi sparisco dall'uscita
posteriore.
C'è un vicolo lì fuori.
Mi incammino verso ovest
fischiettando tra i
denti.
Pick-up
the rivers the dogs won’t swim,
the rivers the dogs won’t swim,
we
cross.
the
women other men don’t want,
we love.
the
horse that wears the bandage,
we bet.
sit me
down at a bar with 3 women:
one,
faintly obnoxious;
one,
generally stupid;
and the
third,
a
killer:
the
killer will leave her stool
and come
sit next to me.
the gods
always make sure.
the gods
watch over me.
they fix
me up
real
good.
“hi,
honey,” she asks, “how ya
doin’?”
“what’re
ya drinkin’?” I ask.
she
states her drink.
I order
her a drink and another for
me.
outside,
it’s much nicer: cars are
crashing;
buildings burn;
future
suicides
whistle
through their teeth while
walking
west or east or south or
north.
“whatcha
got on your mind?” she
asks.
“I hope
the Dodgers lose,” I tell
her,
then I
get up,
go to the men’s room, sneak out,
then
slip through the rear
exit.
there’s
an alley out there.
I walk
west
whistling
through my
teeth.