Citazioni


giovedì 28 novembre 2013

Pick-up (?)

Ispirato alla poesia "Rimorchio" (Pick-up) di Charles Bukowski

Noi siamo quelli che attraversano i fiumi più pericolosi. Quei fiumi che ti trascinano, che ti tirano giù con la loro corrente e che ti liberano in un posto completamente diverso, se decidono di liberarti. Noi siamo quelli che sperimentano senza paura di perdersi, perché sanno che non si perderanno, perché non puoi perderti se non hai una casa o una destinazione. Noi siamo quelli che hanno assaggiato droghe, crimine, sesso estremo, siamo quelli che hanno rischiato più di tutti e che si sono emozionati più di tutti.

Noi siamo quelli che amano le donne che nessuno vuole, quelle dallo guardo perso nel vuoto, quelle dallo sguardo cattivo, quelle che celano una dolcezza sconfinata sotto una corazza di ghiaccio. Noi siamo quelli che vivono le storie d’amore più intense, quelli che per raccontare perché è finita devono iniziare da anni prima,  noi siamo quelli che amano le donne che nessuno vuole, e spesso le amiamo senza volerle neanche noi.  Siamo quelli che amano in modo disperato, contorto e autodistruttivo, perché non sappiamo fare diversamente, perché così ci emozioniamo di più.

Noi siamo quelli che puntano sul cavallo con la fasciatura. Siamo quelli che amano le scommesse più rischiose, quelle in cui la posta è in gioco è altissima, quelle che se le perdi dovrai ricominciare da zero, e che se le vinci farai il salto di qualità. Pur di non stare fermi, pur di non far intorpidire le nostre emozioni, ci lanciamo in ogni sfida, rischiando la nostra mente, rischiando la nostra morale, rischiando di cambiare completamente, perché sia in caso di vittoria che di sconfitta, il cuore batterà forte nel petto, saremo sopraffatti dall’emozione.

Una volta mi trovai in un bar deserto, fatta eccezione per me e tre donne, e credo che quello che mi è successo capiterà con tutte le donne che incontrerò: la migliore si alza dallo sgabello e mi viene vicino, cercherà di starmi vicino, mentre gli amici mi diranno di tenermela stretta. Potrebbe essere quella giusta, mi dicono, e so che è vero. Potrebbe essere la fine della tua ricerca, mi dicono, hai trovato la tua anima gemella, la donna della tua vita, gli dei ti sorridono, ti proteggono, guarda cosa ti hanno offerto, mi dicono. Allora rimango seduto e faccio conversazione, come va, cosa bevi, addirittura le offro un drink, tanto verrò ripagato per tutta la vita, tanto lei è quella giusta, vivremo in una capanna e ci ciberemo dei frutti della natura, cresceremo i nostri figli nell’amore e nel rispetto, avremo un cane, un gatto e un pesce rosso che si vorranno tanto bene, gli uccellini che ci laveranno i piatti come nei film della Disney, il postino che ci conoscerà per nome e non si scoperà mia moglie quando sarò fuori casa, mi guarderò intorno e gli amici mi sorrideranno, mi faranno l’occhiolino, sono così fortunato, la mia ricerca è giunta alla fine.

In questo momento questo bar è il paradiso, ed è solo l’inizio del paradiso che sarà la mia vita.

Fuori dal bar, le persone si suicidano per la solitudine, vivono per strada, le automobili si schiantano, c’è violenza ad ogni angolo, giovani schiavi della droga, palazzi in fiamme, solitudine, tradimenti, meschinità, menzogne, peccato, sconosciuti che fanno sesso, menti annebbiate dagli abusi, dipendenze inevitabili, condizionamenti mediatici, aspettative da soddisfare, regole sociali non scritte e crudeli oltre l’immaginabile, persone che oggi camminano fischiettando domani si suicideranno. Fuori è l’inferno.

Fuori, si sta molto meglio.

Fuori, le emozioni scorrono, la vita offre novità, difficoltà da superare e competenze da ottenere, sfide da affrontare per diventare più forti, la vita offre storie da vivere e da raccontare, offre instabilità mentre negli occhi di questa donna vedo un futuro roseo, placido, immobile, morto. Ho poche parole da esprimere su questa donna, perché con lei sto bene, sono sereno. Con lei al mio fianco non avrò bisogno di scrivere, perché non avrò di che scrivere.

A che pensi, mi chiede.

Penso ai fiumi, alle donne e ai cavalli, rispondo io. Penso a palazzi che bruciano e alla società che collassa, offrendo opportunità di vita vera. Penso che certe cose non dovremmo chiamarle “avventure di una notte” perché qualcosa ti rimane dentro per sempre in ogni caso. Penso che amare una donna è inutile, se ami l’emozione più di lei, perché la ricerca dell’emozione ti porterà via in ogni caso.

Gli dei ci tengono davvero a sistemarmi bene, anche se dalla mia bocca esce il più demoralizzante dei discorsi lei non smetterà di essere affascinata. Anche se le dirò che non posso amarla, o che non mi viene duro, lei vorrà provarlo sulla sua pelle. Gli dei vogliono che io mi sistemi, vogliono che io mi fermi, vogliono che la mia coscienza si chiuda qui, che la mia evoluzione si interrompa qui.

Quella donna, l’ho capito subito, sarebbe stata la fine di ogni turbamento, di ogni ansia, di ogni infelicità, di ogni cambiamento. Sarebbe stata la fine delle mie parole. Sarebbe stata un foglio bianco. Se al mio fianco dorme la donna giusta, non potrò che guardarla e dormire placidamente per godermi un altro giorno con lei. Se al mio fianco dorme la donna sbagliata, afferro un foglio e una penna e riverso fiumi di emozioni di inchiostro. Chiedetemi cosa sono, e vi risponderò, Io sono le mie parole, non posso essere altro. Questo è ciò che noi siamo. Non possiamo stare fermi, abbiamo bisogno che la nostra vita sia incasinata, altrimenti le parole smetteranno di scorrere.

Le ho detto che andavo in bagno, ma in realtà sono uscito in silenzio dall’uscita posteriore. Ci fanno credere che non abbiamo alcun potere sull’amore, ci dicono che se ci innamoriamo capita e basta, ma non è vero: abbiamo una scelta, una sola. Quando lo sentiamo nascere, quel sentimento, abbiamo la possibilità di stroncarlo. È una scelta che va fatta in poco tempo, e io lo faccio ogni volta. Quella volta, nel bar, ero sicuro di aver incontrato l’anima gemella, e sono scappato. Mi sono incamminato per una strada sconosciuta, fischiettando come i futuri suicidi, in cerca di qualcosa di peggio.

Perché quella donna era un fiume sicuro da attraversare.
Perché quella donna, qualunque uomo avrebbe potuto amarla.
Perché quella donna era un cavallo in perfetta salute.
Perché queste cose non ci danno abbastanza emozioni,

E solo le emozioni diventano parole.




Rimorchio

I fiumi dove i cani non si tuffano,
noi li attraversiamo.
Le donne che gli altri uomini non vogliono,
noi le amiamo.
Il cavallo con la fasciatura,
noi ci puntiamo sopra.
Mettetemi al bancone con 3 donne:
una, vagamente petulante;
una, sostanzialmente stupida;
e la terza,
uno schianto:
lo schianto si alzerà dallo sgabello
e verrà a sedersi vicino a me.
Gli dei se ne assicurano sempre.
Gli dei mi proteggono.
Mi sistemano
davvero mica male.
"Ciao, bello", mi chiede, "come
va?"
"Che ti bevi", domando.
Mi dici cos'è.
Ne ordino uno per lei e uno per
me.
Fuori, si sta molto meglio: le auto si
scontrano; i palazzi bruciano;
i futuri suicidi
fischiettano tra i denti mentre
camminano verso ovest o est o sud o
nord.
"A che pensi?, mi
chiede.
" Spero che i dodgers perdano, le
dico, poi mi
alzo, vado in bagno, sgattaiolo fuori,
e poi sparisco dall'uscita
posteriore.
C'è un vicolo lì fuori.
Mi incammino verso ovest
fischiettando tra i

denti.
Pick-up

the rivers the dogs won’t swim,
we cross.
the women other men don’t want,
we love.
the horse that wears the bandage,
we bet.
sit me down at a bar with 3 women:
one, faintly obnoxious;
one, generally stupid;
and the third,
a killer:
the killer will leave her stool
and come sit next to me.
the gods always make sure.
the gods watch over me.
they fix me up
real good.
“hi, honey,” she asks, “how ya
doin’?”
“what’re ya drinkin’?” I ask.
she states her drink.
I order her a drink and another for
me.
outside, it’s much nicer: cars are
crashing; buildings burn;
future suicides
whistle through their teeth while
walking west or east or south or
north.
“whatcha got on your mind?” she
asks.
“I hope the Dodgers lose,” I tell
her, then I
get up, go to the men’s room, sneak out,
then slip through the rear
exit.
there’s an alley out there.
I walk west
whistling through my

teeth.

2 commenti:

vorgh ha detto...

Molto scorrevole. Una pagina di riflessioni disperate in mondo disperato. Più bukowskiano della poesia stessa tratta da Bukowski. Poi ne parleremo da vicino, o almeno in privato.

Arhal ha detto...

Non dico niente, veramente.
Dico solamente:
QUANTA VERITA'.