Citazioni


mercoledì 24 dicembre 2014

Canti di Natale

Parte prima.

‪#‎Christian‬ ‪#‎Autostrada‬ ‪#MilanoNapoli‬ ‪#‎A1‬
24 dicembre - 22:18
Notte tranquilla, troppo. Dopotutto è la vigilia di Natale, cosa potevo aspettarmi? La tranquillità del buio dell'autostrada con qualche rara auto sfrecciante, piccola stella cadente orizzontale in onore di gesùbambin. La vecchia Clio bianca del '97 è ancora calda per il troppo andare avanti nel buio ma. Dovevo. Dovevo trovare il posto giusto. Buio abbastanza. Ancora caldo il motore, rumore della ventola, e pensare che i miei volevano rottamarla, non so come li convinsi a tenerla: ci ero affezionato, ma adesso ho capito che è solo un oggetto, come una persona è solo una persona. Individuo tra tanti individui. Oggetto usato per un obiettivo. L'obiettivo è stare qui su questa piazzola di sosta dell'autostrada, vicino ad un inutile pulsantiera SOS, mentre la famiglia fa la sua solita cena a base di pesce e ipocrisia pensando che io sia in viaggio per Parigi con una ragazza che non ho mai avuto. Voglio solo attraversare l'autostrada e sopravvivere oppure no. Avere una evidente dimostrazione che c'è un disegno superiore che dia un senso a tutto ciò oppure che tutto dipende dalle nostre scelte. Probabilmente mi sento soltanto solo e voglio che il mio cuore batta forte. Ultima auto passata 5 minuti fa. Vedo tre tir in lontananza, qualche auto. Adrenalina. Cuore batte come quando pensavo di essermi innamorato. Ecco adesso! Le luci si avvicinano, pneumatici rotolano sull'asfalto, baccano insopportabile, tamburi dentro di me, finalmente sento qualcosa. Sento nel senso che provo sentimenti. Adesso. Adesso. Buon Natale.


Parte seconda.

‪#‎Veronica‬ ‪#‎Metropolitana‬ ‪#‎Parigi‬
24 dicembre - 19:41
Chissà che fanno mamma e papà. Quando mi sono trasferita in questo delirio di city. La city, altro che buco di culo in quel paese di falliti. Quando sconnetto da fatta non riesco a pensare in francese. Vorrei, ma anche quell'orribile lingua da schifosi porci. E' deserta già a quest'ora la city, 'sti francesi che mangiano così presto, meglio farsi una pera direttamente in vena. E' meglio di un orgasmo. Dio, non sapete cosa vi perdete. Non me ne frega di nessuno in momenti come questi, posso farmi in santa pace in questi vagoni vuoti. Godermi l'aria fresca sulla faccia e respirare. Respirare. Sentire, nel senso di provare dentro di me, la sensazione del treno che rotola inesorabile sulle rotaie. Treno che rotola dentro di me. A volte mi è capitato di emozionarmi. E' come quando invece di fare sesso, vai a letto con una persona per la quale provi dei sentimenti. Cioè, fare l'amore. Come quando fai l'amore: mi sarà capitato un paio di volte nella vita, di piangere mentre facevo l'amore. Non perché fossi triste o felice, è solo un'emozione molto forte. Le persone sono stupide, credono che si pianga solo per nero o bianco, situazione triste o felice, dolore o cipolla. Ecco, io a volte mi emoziono quando mi faccio, mi viene da piangere e non mi fermo. Piango. Anche se sono sola e ho dovuto fare un pompino per una dose. Come adesso, mentre tutti mangiano la loro cena di Natale e ridono e bevono piacevole vino bianco o rosso, io sono qui, a Parigi, sottoterra, ad emozionarmi. Buon Natale.




Parte terza.

‪#‎Valentina‬ ‪#‎Carcerefemminile‬ ‪#‎Pozzuoli‬
24 dicembre - 23:55
Da quando sono entrata mi hanno guardato tutte con rispetto. Che sarà stato? Dieci o dodici giorni fa. La considerazione che hanno di te in carcere, il tuo high-ranking, viene deciso in base a quello che hai fatto. Sono giovane, e ho fatto qualcosa di giusto secondo la gente che c'è qui dentro. Probabilmente sarò l'eroina di un'intera generazione, ma resta il fatto che la giustizia non la pensa così. "Occhio per occhio, dente per dente" non va più bene per l'etica, la morale e la giurisprudenza. Sinceramente non me ne frega più di tanto. Sono giovane, non mi interessano le attenuanti, non mi pento di quello che ho fatto. Riprovevole o giusto, finalmente mi salto quell'orribile e ipocrita incontro familiare natalizio. Non ne potevo più, sono venticinque anni che dovevo subirlo. I sorrisi, gli struffoli e farmi piacere la puzza di pesce. Poi, c'era mio padre che era un discorso a parte. Il grande uomo di famiglia che mi ha cresciuta e mi ha fatto conoscere il mondo. Mi ha sempre detto che ero più bella di mia madre, già da quando avevo dieci anni. Che i miei occhi avevano qualcosa di ipnotico. Poi mi ha fatto capire che anche la mia candida pelle incatenava le sue dita. Crescendo, per modo di dire, anche le labbra hanno iniziato a fare il loro effetto. Il suo regalo di Natale era doppio. C'era quello che mi dava davanti a tutta la famiglia, quello che lo faceva apparire il padre perfetto, poi mi dava il bacio della buonanotte, ricordandomi di pregare gesùbambin. Si metteva accanto a me nel letto, per riscaldarmi e soprattutto per riscaldarsi. E continuava a dirmi di pregare a gesùbambin. Mi faceva sentire bollente quando io non sapevo neanche cosa significasse esserlo. E voleva sempre che pregassi gesùbambin mentre lui ansimava. Quest'anno non ne ho potuto più di questo regalo di Natale. Mi sono avvicinato da dietro mentre era davanti al lavandino della cucina e l'ho abbracciato, dicendogli che gli volevo bene. Ti voglio bene. Gli ho tagliato la gola. Buon Natale.


Parte quarta.

‪#‎Paolo‬ ‪#‎Celine‬ ‪#‎Atticopanoramico‬ ‪#‎Vienna‬ 
24 dicembre 21:08
E' la prima volta che passo un Natale lontano dalla mia famiglia, nella città della mia vita, con la donna che amo. Dobbiamo festeggiare. Ci incontrammo qui per la prima volta nel Palazzo della Secessione, davanti al Fregio di Beethoven di Klimt. Ci innamorammo subito e da allora sono poco più di nove anni che stiamo insieme. Finalmente sono riuscito a trasferirmi qui anche io qualche mese fa. Le cose sono decollate, e già sogniamo la nostra famiglia, il nostro Natale in famiglia. Ecco, è come una foto di me e lei sorridenti e spensierati con la voglia di vivere dipinta in volto e immortalata in un millesimo di secondo, con dietro un albero di Natale con le lucine ad intermittenza immortalate anche loro, ancora più dietro, dall'altra parte della finestra, il Danubio. Oggi ho fatto l'uomo di casa, ho preparato la cena, tutta secondo la tradizione di casa mia, perché so che l'adora rispetto alla sua. Il pesce fresco, la pastiera, le pizze fritte, le acciughe. Ho preso un vino bianco del 2008: Cervaro della Sala. Lei è andata a comprare dei fuori che proprio adesso sta sistemando sparsi un po' per tutta la casa, dove ci ameremo dopo la cena. Il letto sarà solo l'ultimo step. Celine! Celine! Non risponde. Abbassa la musica. Vado a controllare cosa. Celine! Celine! Che fai? Posizione ridicola e innaturale, piegata sul tavolo con la faccia in una candela, spenta che fuma. Celine! Il polso non c'è. E' inerte. Telefono per un'ambulanza ma. Tardi. E' morta? Un infarto? Così? Lei è ancora qui, non voglio crederci. Cioè fino a poco fa, diceva che mi amava. I figli. La cena e i fiori. I nostri nove anni. Lei è ancora qui. Vero? Vero? Il Danubio mi risponderà prima o poi. Domande senza risposta. Celine! Celine! Non mi lasciare. Celine. Buon Natale.

Parte quinta.
Fine.
‪#‎Tanino‬ ‪#‎Piazza‬ ‪#‎Pioggiatorrenziale‬ ‪#‎Napoli‬
25 dicembre 17:48
Piove. Ma esco e respiro il freddo umido della mia città. Ho mangiato troppo. Il pollo profanato da altrinonsoquantianimali, uova e pancetta. La pancetta è un animale? Mi sembra di scoppiare, mi manca il respiro. Se ripenso allo sformato di pasta, avrò mangiato almeno trecento grammi compressi di pasta in una porzione soltanto. Lo skyline della città e la pioggia che cade infinita. Fa freddo. E' fredda ma magari mi fa riprendere. Avrei accettato volentieri il bicarbonato che mi ha offerto la zia. Quel muretto era dove io e Dalila ci baciammo per la prima volta, con tutto lo spettacolo di questa città. Ricordo che il Natale dello stesso anno mi mollò. Ero pazzo di lei. E adesso cos'è? Solo un ricordo, su quel muretto vuoto bagnato da litri di acqua. Era proprio bella però Dalia, non nel senso strettamente fisico, cioè era proprio una bella persona, almeno così mi appariva prima e dopo quel muretto, prima che mi mollasse. Ricordo che le avevo preso un regalo di Natale fantastico. Dio. Il cibo. Comunque era una sorpresa, volevo portarla con me a fare il volo dell'angelo. Noi eravamo così, prendevamo la vita dal punto di vista spettacolare e avventuroso. Ricordo che quando mi mollò non le dissi niente della sorpresa. Ho ancora i biglietti conservati da qualche parte. L'acqua è fredda. Dalila. Un regalo immortale. Tanto cibo. Fumare? No, sento proprio l'acido che sale. Dalila e l'acido. Vomito inondando di pollo profanato e pasta integra il muretto dell'amore. L'acqua fa scivolare via lungo i contorni del panorama il mio vomito. Buon Natale.

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