Citazioni
sabato 21 dicembre 2013
Melancholia
Ecco che dopo anni mi ritrovo in questa stanza con le pareti verdi scolorite,
su questa sedia ancora più vecchia e traballante, come me;
unici pezzi d'arredamento nel vuoto dei pensieri,
nel frastuono dei sentimenti,
nell'umido delle lacrime e del vino.
Dopo anni, eccomi di nuovo in questa stanza,
contemplando la malinconia, ancora aspettando di riuscire a crogiolarmi
in un pensiero felice,
tremando per la cieca paura di non riuscirci mai.
Faccio un altro sorso rosso,
con un dito raccolgo una lacrima,
ed è come se all'improvviso iniziassi a morire, lentamente
lacrima dopo lacrima, goccia dopo goccia,
sangue e veleno fluiscono via dalle mie vene,
mi tasto, e non trovo ferite, ma chiudo gli occhi e il fuoco brucia,
li riapro e la realtà mi schiaccia,
le pareti verdi vibrano violente, la sedia scricchiola.
Non c'è salvezza per questa mia povera anima
torturata dai sassi che la mia testa lancia a ogni ricordo che richiama alla memoria.
Continuo a equilibrare il sangue che sgorga fuori dal mio essere
con sorsate di vino ingannevole,
alla disperata ricerca dell'oblio,
ma più bevo, più sanguino.
E cosa ne sarà di me, alla fine, quando mi sarò persa,
quando le lacrime e il vino saranno finiti,
quando gli occhi mi doleranno,
quando finalmente avrò abbandonato la convinzione di essere speciale?
Oh, continuerò forse a cercare salvezza nell'amore, motore della vita?
Ma l'amore non farà altro che alimentare la malinconia:
oh, amore, condanna e salvezza
malattia e medicina
veleno e antidoto,
fuoco che brucia e balsamo che lenisce!
E così mi accascio, su questa sedia di legno,
su questo cuscino consunto,
che a malapena sopporta ancora il peso della mia paranoia,
dimentica del momento in cui ha iniziato a insinuarmisi dentro,
in attesa di perdere i sensi e del completo svuotamento
da ogni sentimento.
Bevo, piango, sanguino.
Bevo, piango, sanguino.
E in fondo, a tutto questo pare che mi ci aggrappi con tutte le forze,
quasi come fosse un arto, o qualche altra parte del mio corpo.
E stringo a me pezzi taglienti di ricordi come vetri infranti.
Piango, e cerco di reprimere i singhiozzi più forti,
per non dissacrare questo luttuoso silenzio,
quasi mi aspettassi di udire i passi di qualcuno che viene a salvarmi.
Manca il fiato.
La vista è annebbiata.
I pensieri sono confusi.
Questo scritto è liberamente ispirato alla poesia "La fontana di sangue" di Charles Baudelaire:
E' come, certe volte, se il mio sangue
sgorgasse a fiotti, ritmica, singhiozzante fontana.
Lo sento bene: scorre con un lungo fruscio;
eppure, se tasto, non mi ritrovo ferite.
Invade la città come fosse un coltivo,
trasforma in isolette i sassi del selciato;
toglie la sete ad ogni creatura,
tinge ovunque di rosso la natura.
Spesso a vini capziosi ho domandato
di far dormire per un giorno la paura che mi rode;
ma il vino aguzza gli occhi, fa l'orecchio più fine!
Nell'amore ho cercato il sonno dell'oblio;
ma l'amore è un giaciglio pieno d'aghi, e non serve
che dar da bere a perfide puttane!
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4 commenti:
Come commento ti basti la faccia e quello che ti ho detto quando l'ho letto davanti a te.
Come sospetterai, approvo sempre e comunque la malinconia!
ps. sono contenta che tu sia tornata.
Bella. è un pezzo molto "astratto" ma allo stesso tempo terribilmente realistico. mi ha emozionato, tanto di cappello.
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