La morte. Ecco, io di morire non ne
avevo voglia, sinceramente. Già che la vita di una persona è tutto
un rincorrersi di impegni, non so se mi spiego, poi se ci si mette di
mezzo anche la morte allora ciao, stai fresco. Ti svegli la mattina e
devi andare in bagno, e poi guardarti la faccia allo specchio, e poi
la colazione, e poi la doccia, e poi il lavoro se vai al lavoro, la
scuola se vai a scuola, la ricerca di un lavoro se lavoro non ne hai
o se ti va bene passi la giornata a stare sulla poltrona a macinare
idee sulla vita. E poi la domenica a pranzo dalla suocera, la birra
al bar, il telegiornale, andare a votare, tenersi stretti gli amici.
Impegni, tutti che si rincorrono, tutti che si mordono la coda giorno
dopo giorno. Fatti la barba. Lavati i denti. Stirati le camice.
Io di morire non ne avevo voglia perchè
i sogni mi arrivavano in ritardo, la notte, e riesco a bermeli
solamente al mattino, pucciandoli dentro il caffellatte, e oltretutto ero costretto a sorbirmeli in tutta fretta, che poi c'avevo da
macinare idee sulla vita, io, sulla poltrona. Teoricamente avevo
anche gli impegni in ritardo, però c'erano. Mi occupavano il tempo
come una specie di custodia immota, un involucro pigro e sfaccendato
buttato li, afflosciato, sulle mie giornate.
Sveglia la mattina
all'ora che capitava, molto spesso verso mezzogiorno, e già dovevo
stare li a sbattermi per mettere un piede dietro l'altro e deambulare
verso il bagno. Una volta arrivato superare il trauma del dover
muovere ulteriori muscoli per abbassarmi i pantaloni il tanto che
bastava per fare quello che dovevo fare, tirarli nuovamente su,
muovere ulteriori muscoli per ruotare il corpo verso il lavandino,
lavarmi le mani. Anche oggi devo guardarmi allo specchio, che palle.
Devo aggiustarmi la barba. Magari rifarmi pure le sopracciglia,
magari eh. Lo so che state provando esattamente quello che provavo
io, non negatelo. Vi suona familiare quella sensazione di giornata
tediosa, vero? Quel grigiume che si accumula come una montagnetta di
fango giorno dopo giorno, dopo giorno, dopo giorno, e dovete
rimuoverlo, e anche quello è un impegno.
Ecco, io di morire non ne avevo voglia.
Già che la vita ce l'avevo piena di impegni, come vi sto dicendo,
adesso sono morto e che palle. Uno certe cose le mette in conto però,
cavolo, ti aspetti che almeno un minimo di pianificazione ci sia. E
invece passi tutta la vita con le occhiaie, a dare un senso ed un
ordine e, cosa più importante, un perchè, e poi pam, ciao, il
cervello si spegne, il cuore non batte, il coso li (qualunque cosa
sia) che ti tiene in vita decide di abbandonarti e nulla, ti mettono
dentro una cassa di legno, o ti bruciano, o magari bho, qualche zolla
di terriccio fresco in faccia e te ne stai così.
Avevo letto Stephen
King, da vivo, e mi ricordo molto bene una sua definizione di questa
condizione umana: un eterno time-out.
Bhe vedi zio Stephen, non è che è proprio un time-out, perchè
comunque anche il time-out è un impegno, non so se mi spiego.
Mi
capite? Capiamoci: anche gli intervalli sono impegni, son cose che
devi fare. E la morte idem, la morte devi farla, esattamente come
tutte le cose che devi fare da vivo: alzarti, andare in bagno,
guardarti allo specchio, la colazione, l'ambaradan della giornata,
andare a trovare la fidanzata, decidere o no se berti il caffè dopo
pranzo. Tutti gli impegni. E la morte non è da meno, solo che la
morte rimane sempre la stessa, sei tipo in un blocco di cemento e non
ne puoi uscire per
l'eternità.
Cosa
devo fare oggi? Il morto. Chissà domani. Ah già, giusto, devo
continuare a fare il morto. Devo continuare a morire da morto, roba
così. Almeno quando ero vivo se mi rompevo di fare una cosa c'era
sempre quell'impegno che mi permetteva di fare altro, potevo dormire
tutto il giorno, per esempio.
Adesso no. E vista la mia attuale
condizione è già tanto che sto scrivendo.
Effettivamente
morire è una gran rottura di coglioni.
3 commenti:
Non so come commentare: è bello, cazzo. E sei bello pure tu.
Mi piace molto, veramente.
Il flusso del pensiero del morto è molto ben articolato, molto realistico e molto sentito.
L'idea pure mi piace molto, e non va mai al di sopra delle righe.
Chiaro. Conciso. Spontaneo.
Bel lavoro!
Vabbè, e che ti devo dire: è splendido!
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